#33 - La conclusione

Siamo arrivati alla fine di un percorso conoscitivo tanto impervio quanto interessante.
Impervio in quanto devo ammettere, a malincuore, come al principio di questo cammino sottovalutavo quello che era l'universo pratico e teorico legato al mondo del cucito e del merletto, né avrei mai immaginato di scendere in maniera tanto capillare al  suo interno.

Il percorso è iniziato da un luogo che mi ha sempre affascinato molto e a me molto caro, Piazza San Marco, Venezia.
Come ho appena detto ha sempre attirato la mia curiosità e la mia fantasia, quindi ho approfondito le origini del nome, mi sono imbattuto nei libri che l'hanno raccontata raccogliendo alcune citazioni vendendo le immagini che la ritraevano e leggendone i miti. Questi passaggi  hanno permesso sia a me che al lettore di guardare questa Piazza con uno sguardo quasi onnisciente, dico quasi perché mancava un fattore fondamentale. Le cose  legate indissolubilmente al luogo.

Sono molte le cose legate a Piazza San Marco, basti pensare al Leone Alato, ma per garantire un'esperienza immersiva al lettore era necessario un oggetto presente nelle nostre vite quotidiane e ritrovabile anche in un contesto a noi lontano. Serviva un ponte immaginario che trasportasse il lettore direttamente su quel luogo toccando un semplicissimo oggetto presente nella propria casa. Perché quindi non scegliere un oggetto con una tradizione longeva come quella del merletto?
E' presente in tutto il mondo quindi viene riconosciuto sotto diversi nomi, anche in Italia presenta alcuni sinonimi, ovviamente con sfumature diverse che stanno ad intendere una precisa lavorazione.
Per capire al meglio un oggetto bisogna studiarne la sua storia e la sua evoluzione formale, in questo mi è venuta in aiuto la  sua tassonomia. Quindi ho avuto modo di approfondire la natura composita che mi ha lanciato direttamente in quelle che erano le tecniche di lavorazione del merletto.
Dopo una prima analisi tecnica è stato interessante approfondire il significato sociale di questo oggetto studiando tutta  la simbologia ad esso legata, arrivando così a tracciare una prima mappa concettuale che ha permesso sia di inquadrare il percorso svolto, sia attraverso la nuvola dei nomi capire i campi semantici della mia indagine, fantasticando anche sulle sue future evoluzioni.

E' stato anche interessante vedere come il merletto sia pervaso in tutti i campi della quotidianità, poiché presente nelle cucine di tutte le case. Questo oggetto è riuscito ad entrare di diritto in tutti i campi artistici, come nelle arti figurative, nei film, nella musica, nella letteratura (presente anche in molte citazioni) ed addirittura nella fumettistica senza trascurare, però, la presenza della tecnica e dell'ideazione alla base della sua fabbricazione. E' diventato anche un documento grazie alla sua comparsa sui francobolli.

Il merletto non è solo un oggetto, è cultura, è tradizione che viene tramandata di bocca in bocca e di mano in mano, sono molti i volti caratteristici di questo passaggio ed è stato una grande responsabilità dover tracciare le linee guida di un luogo, un museo che tenesse traccia di questa mole di informazioni.
Per non parlare degli approfondimenti offritemi da ricerche come l'abbecedario del merletto o i numeri legati alla tradizione così come le azioni compiute dal e sul merletto.

Spero di aver acceso nei lettori la fiamma della curiosità, nell'averlo accompagnato verso la riscoperta di una tradizione che sta cadendo lentamente nell'oblio. Vorrei fare un ultimo ringraziamento al merletto stesso e a chi ha avuto l'onere di tramandare questa cultura.

Angelo Paduano

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