#05- Il Mito
Il mito del Barattieri
Il mito su cui voglio porre l'attenzione è estremamente legato alla storia della piazza,
le colonne del Barattieri.
Nel 1099, Venezia, grazie dell'aiuto militare fornito dalle proprie galee, ottenne in cambio da Costantinopoli, in omaggio tre enormi colonne. Sfortuna volle che, durante le operazioni di sbarco, una nave si rovesciò ed una colonna cadde nel fondo del mare e si inabissò.
Le rimanenti due colonne rimasero immobili per terra per circa cento anni, in attesa che qualcuno fosse in grado di erigerle a causa del loro imponente peso.
Le rimanenti due colonne rimasero immobili per terra per circa cento anni, in attesa che qualcuno fosse in grado di erigerle a causa del loro imponente peso.
Nel 1196, un ingegnere bergamasco, di nome Niccolò Stratonio riuscì nell'impresa sfruttando una proprietà delle corde di canapa.
In cambio dei suoi servizi chiese alla Serenissima (appellativo con cui viene indicata la Repubblica di Venezia) la possibilità di tenere un banco di gioco dei dadi in città, attività fino a quel momento severamente proibita.
Il governo della Serenissima, concesse questa possibilità, ma soltanto nello spazio compreso fra le due colonne, luogo normalmente utilizzato per le esecuzioni capitali. Sperando così di scoraggiare il privilegio concesso. I Veneziani infatti evitavano, fermamente, di frequentare quei luoghi per motivi scaramantici.
Da allora Nicollò Stratonio cambiò il suo nome in barattieri, da cui è originata una famiglia con molti discendenti e nel cui stemma araldico sono presenti tre dadi da gioco.
Sitografia:
- https://www.venice-city-guide.com/it/misteri-di-venezia.html
- http://venicexplorer.net/tradizione/colonne.htm
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